giovedì 31 maggio 2012

Scogliera e Laguna di Orbetello

Lo scorso lunedì, in compagnia di Mirco e del Beca, abbiamo fatto una delle solite mattate; da tempo era prenotata la battuta pomeridiana in laguna ad Orbetello, quindi dovendo prendere feria e stando a 150 km dal mare, si parte all'osceno orario delle ore 1.30, x non farsi scappare un pre-alba in scogliera; arrivati in loco ci becca subito un acquazzone inaspettato (previsioni che hanno fallato alla grande ) che ci accompagnerà fino alle 13/00!!
Usciranno 4 barrozzi, un aluzzo (era una vita che non lo ribeccavo, il nostro barra italico o noto anche come luccio di mare) ed un bel serrotto sui 2 kg; purtroppo tra buio e soprattutto acqua a catinelle ho solo questa pseudofoto; da notare che quella strana posa non è voluta, ma causata dall'ancorina dello SL 17 sinking che mi si era piantata nel ginocchio, non potevo far salire il barra!!!

bar

Poi finalmente il tempo migliora e ci rechiamo in laguna, dove però, a detta dei ragazzi dello staff, beccheremo una delle giornate più apatiche della stagione, probabilmente il picco barometrico (siamo passati dal diluvio mattutino, ai 30 gradi pomeridiani), ha fiaccato le regine, che se ne stavano immobili sul fondo ) alla fine ne usciranno solo 12, con le big di giornata intorno al paio di kg

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ecco una delle mie, personalmente ho bucato con il bent minnow da 106 (gran bell'esca!!) e con il Komomo, ho provato a più riprese darter e similari, x stanarle dal fondo, ma con quelle alghe ed il basso fondale, trovare il plastichetto con la giusta azione è stata dura!!! Anche la gomma ha prodotto pochissimo!!!

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un bellissimo controsole!!

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una coppiola!!

Giornata nel complesso gradevole, ma che conferma la non semplicità di pesca in laguna; sono pur sempre pesci selvatici, distribuiti in un vastissimo specchio d'acqua, già smaliziati; và detto xò che ce ne sono tante!!!
E' una pescata che mi sento di consigliare a tutti .

giovedì 17 maggio 2012

Panoramica sugli snodati da autocostruzione


Chi oramai un po’ mi conosce, saprà della mia smodata passione x le anguillette snodate autocostruite; sono nato come spinner da salmastro,  x intere e lunghe stagioni i pinocchi ed i loro simili sono stati i miei compagni di decine e decine di battute, mi hanno regalato tante gioie ed anche, a volte, delusioni cocenti, ma sempre troveranno un posto privilegiato nelle mie plano.
Ci ho fatto sopra un po’ di studio e mi piacerebbe passare in rassegna quelli che, modestamente, ritengo i migliori prodotti su piazza da me impiegati; logicamente ho potuto visionare ed utilizzare una quantità limitata di prodotti, mi scuso con gli autocostruttori che non verranno citati in questo mio modesto lavoro, se non trovano spazio è, probabilmente perché non sono riuscito a reperire le loro creazioni, non per voler sminuire il loro lavoro.
Questi autocostruiti snodati in balsa o in resina, vengono realizzati in 3, 4 ed anche 5 sezioni, sono dotati di armatura interna inox, piombatura, paletta in materiale plastico (ma alcuni sono anche lipless) e 2 o 3 ancorine, vogliono imitare il nuoto ed il movimento di un’anguilletta, un serpentello, una lampreda o, se impiegati in mare, di piccoli gronchi o aguglie.
Sono creati dai vari autocostruttori, molto spesso, ad uso e consumo dei propri spot, dopo anni di lavorazione, ritocchi e aggiustamenti, sono tagliati x quegli spot, sono un giusto mix di ritrovati x lavorare al meglio con la corrente, la marea, la profondità e le abitudini dei predatori; ecco perché, a volte, uno snodato che, x alcuni particolari spot pare il top, impiegato in condizioni difformi, tende a deludere o a non produrre risultati sperati.
Generalmente è bene impiegare di giorno o in condizioni di acque chiare e piuttosto calme livree naturali, che imitino al massimo il foraggio presente nello spot, mentre in condizioni di pesca in nottura, o di acque sporche e torbide, a mio avviso è meglio impiegare le colorazioni albine, testarossa o comunque colorazioni che richiamino l’attenzione del predatore, anche se, come sappiamo, gran parte dell’attrattiva la fanno le vibrazioni emesse dagli autocostruiti.

Voglio partire con le realizzazioni di Moreno Bartoli, un pioniere in materia, che ci ha regalato diverse varianti:

 SIBILLA




Forse la sua più nota e famosa creazione; bella da vedersi, costituita in 4 sezioni sagomate ad “S”, ritrovato che dà all’artificiale un aiuto non indifferente nel movimento, riproduce alla perfezione il nuoto delle piccole anguille. Data la sua forma sinuosa, produce molte vibrazioni, in canna la si sente e sono ben percettibili le vibrazioni che emette e che la rendono molto gradita ai predatori. Ottima gittata e aerodinamicità.
Viene realizzata sia in versione floating che sinking, con svariate livree.
Ho impiegato modelli della lunghezza di 17 cm per 16 grammi di peso e con sezione del diametro di 09 mm.
Le sue misure non certo modeste, le permettono di reggere molto bene la corrente e soprattutto la versione sinking può essere utilizzata al meglio anche in battute in mare aperto dalla scogliera o dai moli, anche con mare abbastanza formato (non sono comunque artificiali da mare mosso).
Pur essendo prevalentemente un artificiale dedicato alla regina, ha dato ottimi risultati con i serra e pure con qualche barracuda.

MEPHISTO




A torto considerato, da molti un clone del Pinocchio, ne difforme notevolmente x dimensioni, peso e pure caratteristiche di nuoto e movimento; costituito da 3 sezioni, non sagomate e dotato di sole 2 ancorine, viene realizzato in versione “Foce”, con paletta piccola e peso leggero (10/15gr) e in versione “Scogliera” dotato di paletta più accentuata ed un peso che arriva fino a 20gr; la lunghezza è sui 14/15 cm x una sezione del diametro di 10mm.
Ha un recupero molto semplice e lineare, ottimo in foce dove ha dato bei risultati con le regine, soprattutto in condizioni di poca corrente e basso fondale, ritengo che dia, però, i migliori risultati se impiegato in mare; la versione foce, forse leggerina, pecca un po’ nelle gittata.


GEPPETTO




Realizzato in 4 sezioni è, a mio avviso, il più simile al Pinocchio della gamma dei prodotti di Moreno, anche se più lungo e più peso e con paletta più spessa e piccola; infatti ha una lunghezza di 16,5 cm per 15 gr di peso ed una sezione del diametro di 08 mm. Lavora comunque, come il pinocchio, ottimamente negli strati superficiali, quindi dove c’è basso fondale e comunque, non soffre troppo la corrente. Prevalentemente indicato x foci e salmastro. Nel movimento mi pare un po’ più ingessato rispetto al prodotto similare di Nunzio, nonostante ciò è un buon nuotatore e si è dimostrato un buon insidiatore di spigole, discreta lanciabilità e aerodinamicità, dovuta anche al peso; viene realizzato solo in versione affondante.


SIBILLINA




E’, a mio giudizio, la migliore creazione di Moreno nella gamma degli snodati; ne esistono 2 versioni:

-  la 4 sezioni dotata di 2 ancorine, 12 cm di lunghezza x 8 gr di peso e una sezione di 5mm
di diametro, realizzata in balsa o resina, solo affondante.

- la 5 sezioni dotata di 3 ancorine, 15 cm di lunghezza x 10 gr di peso e una sezione di 5mm
di diametro, realizzata in balsa o resina, solo affondante.
Logicamente poi i pesi possono leggermente variare dato che, essendo realizzate totalmente a mano, ci saranno sempre delle differenze, seppur minimali e poi, perché quelle in resina, risultano leggermente più pesanti.
E’ un artificiale eccezionale, leggero ma dotato di una buonissima gittata, ottima aerodinamicità e distribuzione dei pesi, movimento perfetto, ad imitazione di una piccola anguilla, lavora poco sotto il pelo dell’acqua, ma non tende ad uscire quando si jerka leggermente o si incrementa il recupero.
Nonostante le sue ridotte dimensioni, regge piuttosto bene la corrente, ricordiamoci però, che è un artificiale da foce o salmastro, il suo impiego in mare aperto difficilmente darà frutti.
Prediligo i modelli in resina che, x il leggero peso superiore, lavorano più in profondità e sono imbattibili se impiegati in piccoli e stretti canali, logicamente dove il fondale è contenuto.
Lo ritengo un prodotto da avere sempre nelle nostre plano.



Ora passo a parlarvi delle creazioni dell’altro guru dell’autocostruzione, Nunzio Di Stefano, personaggio forse meno noto in quanto non è attivo e presente sul web; come Moreno, toscano e grande spinner prima che grande autocostruttore; entrambi hanno forgiato e realizzato i loro autocostruiti a misura degli spot salmastri che hanno nelle vicinanze.
Nunzio è famoso x i Pinocchi, molto spesso tra gli spinner “Pinocchio” è sinonimo di anguillina snodata…


 PINOCCHIO




Ne esistono varie versioni, negli anni Nunzio ha variato modelli x peso, lunghezza e numero di sezioni ma, a differenza di Moreno, ha sempre identificato con “Pinocchio” tutti questi vari e diversi prodotti.


Pinocchio classico




diciamo il modello standard, il più comune ed usato da molti spinner; è realizzato in 4 sezioni identiche x lunghezza, 3 ancorine di dotazione e paletta lunga e sottile; come accennavo sopra, rispetto alle palette applicate da Moreno ( più spesse e piccole ), queste sono più facilmente manipolabili da chi si diletta un pò di autocostruzione e quindi, con pochi accorgimenti, si riesce a modificare l’azione dell’autocostruito, sia scavando dalle parti la paletta, diciamo rendendola un po’ più stretta, che scaldandola leggermente e variandole l’inclinazione. Con entrambe le manovre accennate, è possibile far lavorare l’autocostruito un po’ più in profondità, anche se, soprattutto con lo scavo laterale della paletta, si perde un po’ si sinuosità nel movimento.
 Le misure di questo modello sono una lunghezza sui 13 / 14 cm x un peso di circa 12 gr ed una sezione del diametro di 08 mm. L’azione di pesca con questo artificiale è piuttosto semplice, un recupero lento e piuttosto lineare con canna bassa, col cimino della canna quasi a sfiorare l’acqua; l’azione và dai 20 cm fino quasi al metro di profondità, a seconda dei modelli e dell’inclinazione della paletta.
L’impiego principe del pinocchio in 4 sezioni e di diametro 08 mm è nel salmastro, dove la corrente è leggera e le profondità sono contenute; artificiale da spigola x eccellenza, riproducendo l’azione di piccole anguille, è valido x ogni stagione, anche se in autunno / inverno, fa davvero la differenza.


Pinocchio grande 



sempre realizzato in 4 sezioni di identica misura, ma varia la sezione che arriva al diametro di 10mm; lunghezza 17cm x un peso di 22 gr. Questo artificiale si assimila molto alla Sibilla, pur essendo un po’ più peso; trova ottimo impiego nei porti, nelle foci ed anche in scogliera, con condizioni di mare non troppo agitato; molto gradito ai serra. Nel salmastro lo si impiega ottimamente con corrente sostenuta ed in condizioni di torba, dove la versione testarossa è determinante. 


Pinocchio "Gronchetto"








trattasi di una delle prime realizzazioni di Nunzio, attualmente si reperisce con molta difficoltà, è praticamente il fratello maggiore del Pinocchio grande, dotato di ben 5 sezioni, con la terza molto corta e sprovvista di ancoretta, ritrovato che garantisce all'autocostruito un eccellente nuoto sinuoso; trova impiego in grandi foci, non teme corrente, vento o leggero moto ondoso; ideato inizialmente x la ricerca dei grossi esemplari di spigola, ha poi trovato miglior impiego nella ricerca di serra in ambiente portuale o da scogliera; a volte impiegato con successo anche a traina da imbarcazioni, sempre alla ricerca del serra. Dotato di grossa ed ampia paletta, sezione sempre del diametro di 10mm, arriva ed a volte supera i 20 cm di lunghezza, x un peso, grosso modo, sui 25 gr.... quasi un'oncia, cosa che permette di scagliare l'artificiale a grandi distanze.


 Pinocchio a 2 ancorine











realizzato ancora in 4 sezioni, ma la terza, partendo dalla testa, ha una lunghezza pari alla metà delle altre ed è sprovvista di ancorino; questo accorgimento dona all’artificiale un movimento pazzesco, bellissimo, probabilmente il miglior nuotatore della gamma degli snodati, ma ha una pecca, a mio avviso, la mancanza della terza ancorina; questo pur donando maggiore leggerezza al pinocchio, lo limita nella catturabilità, infatti parlando anche con altri spinner, è stato notato che con questo modello, aumentano in maniera esponenziale le ferrate andate a vuoto o le slamate (3 ancorine danno maggiore sicurezza). Le due ancorine, limitano invece il fastidioso problema di incastro in fase di lancio ( la formazione dell’”anellino”), cosa molto frequente, quando in fase di lancio, si rilascia il tracciato o nilon coldito una frazione di secondo prima o dopo il dovuto….
Le dimensioni di questo modello sono 12,5 cm x 9 gr e sezione del diametro di 08 mm.


 Pinocchio in 3 pz








modello meno noto, realizzato in 3 sezioni con quella di testa di dimensioni molto superiori rispetto alle altre 2, dotato di 2 ancorine, con quella ventrale posizionata nella sezione di testa; lunghezza sui 12 cm x 10 / 12 gr di peso e sezione del diametro di 08 mm; è forse il modello della gamma che meno prediligo, nuoto un po’ più approssimativo con difficoltà a mantenere il giusto assetto in pesca e facilità di fuoriuscita dall’acqua alla minima variazione di velocità; questo si assimila al Mephisto, ma ne è un po’ inferiore come qualità.


Pinocchio in 2 pz 



Forse la meno nota realizzazione di Nunzio; artificiale realizzato soltanto in 2 sezioni, con una lunghezza di 7,5 cm x un peso di soli 7 gr ed una sezione del diametro di 10mm. Ben piombato nella sezione di testa, adatto a spot con pochissima corrente e basso fondale, và recuperato molto lentamente; discreto movimento, azione subito sotto il pelo dell'acqua, accettabile lanciabilità.


Qui nella foto sotto si possono apprezzare le varie differenze, dall'alto Sibilla, Mephisto, Geppetto, Pinocchio classico e i 2 tipi di Sibilline.




 
Passo ora ad un altro validissimo autocostruttore, che oramai da alcuni anni si è fatto ben conoscere ed apprezzare, Alessandro Dinelli, ideatore della linea Piranha; nella sua gamma di prodotti ci sono alcuni snodati molto validi e degni di essere presi in seria considerazione

 AGUGLIA 3 Piranha





snodato realizzato in 3 sezioni con quella di testa di lunghezza quasi il doppio delle altre due e modellata con un pronunciato becco ed una cresta, posizionata subito dietro gli occhi, che funge da stabilizzatore; privo di paletta è lungo ben 25 cm x 28 gr ed una sezione del diametro di 10mm. Già il nome Vi deve far capire che vuole imitare l’azione di fuga scomposta e frenetica di un’aguglia; adatta quindi al mare, impiego ideale da moli o scogliere, non teme corrente e mare abbastanza formato; si recupera a canna piuttosto bassa, a sostenuta velocità e con ampie e frequenti jerkate, lavora appena sotto il pelo dell’acqua e quando si jerka, si fa fuoriuscire il becco. Riesce a scatenare la frenesia dei serra in maniera impressionante, ma ha dato buoni risultati anche con lecce, barra e lampughe. Consigliatami dall’amico Rodolfo di Siena, che vi ha fatto catture a ripetizione, lo reputo nel suo settore, uno dei migliori ritrovati in commercio. Ottime livree, dai colori accesi, è un artificiale che deve farsi notare.

SNO 4 Piranha



Costituito di 4 sezioni, praticamente identiche, solo quella di coda è leggermente più piccola e leggera, dotato di 2 ancorine, una posizionata in coda e l’altra nella seconda sezione partendo dalla testa; lunghezza 16 cm per un peso di 16 gr e sezione del diametro di 08mm. Tutte caratteristiche che ne fanno un validissimo alleato per la pesca nel salmastro ed in foce, dove la corrente non è estrema ed il fondale medio basso. La classica imitazione di una piccola anguilla, vede nella spigola il suo principale predatore. Buonissima azione di nuoto sotto il pelo dell’acqua, lavora dai 20 ai 50/60 cm di profondità, buona sinuosità, agevolata dal fatto di avere solo 2 ancorine; recupero classico lineare a canna bassa. Come x il Pinocchio, di cui è un valido sostituto, meglio l’impiego in foce o in acque interne che in mare aperto; c’è chi lo usa con successo anche in FW, a lucci e bass, ma personalmente non posso darVi indicazioni in merito. La paletta presenta le stesse caratteristiche di quella del Pinocchio, quindi dà la possibilità di intervenire, come descritto sopra, x modificarne assetto e profondità di azione.


 SNO 3 Piranha





Realizzazione in 3 pezzi, due ancorine, una dislocata nella parte terminale della sezione di testa e l’altra in coda; lunghezza 10 cm x 8 gr di peso e sezione 08mm; la sezione di testa è circa il doppio in lunghezza rispetto alle altre due ed è dotata di un abbozzo di pinna/cresta con funzione estetica ma anche, minimamente stabilizzatrice. Il rapporto peso/lunghezza, ne fa un autocostruito da salmastro, piccoli canali, bassi fondali e non troppa corrente; il recupero deve essere molto lento a canna bassa, piccole ed abbozzate jerkatine intervallate da brevissimi stop…..nel recupero sostenuto, perde un po’ nel movimento. 

 
Passo ora a parlare di due snodati realizzati da un carissimo amico, Mariano Randazzo (Dosanthos), autocostruttore che, negli ultimi tempi, ha fatto letteralmente passi da gigante, arrivando a presentare lavori veramente ben fatti e molto validi in pesca.


FABEEL





Artificiale realizzato in 3 sezioni, con quella di coda leggermente più piccola, 13,5 cm di lunghezza x 16 gr di peso ed una sezione del diametro di 12mm; dimensioni che danno all’autocostruito un’ottima lanciabilità. Le 3 sezioni, in prossimità degli nodi sono smussate, cosa che agevola e facilita il movimento. Ha due ancorine, posizionate una nella sezione centrale e l’altra in quella di coda; paletta fine e bella pronunciata, che dona all’artificiale la facoltà di emettere un gran numero di vibrazioni, molto gradite ai predatori e che fanno ben sentire in canna il lavoro della fabeel. Per dimensioni, peso e struttura della paletta, non soffre la corrente, anche accentuata, ha un’azione che va dai 20 cm agli 80 cm di profondità. Lo vedo ideale x la pesca in foce, in porto ed anche in mare aperto non soffre troppo e fa il suo buon lavoro. Si recupera piuttosto piano, ma se si accentua o modifica l’azione, non soffre e continua nel suo lavoro sotto il pelo dell’acqua, senza tendere ad uscire. Da non impiegare dove il fondale è troppo basso o, al limite, avere l’accortezza di alzare la canna x facilitare un nuoto più superficiale. Stupende ed accuratissime livree, che donano all’artificiale anche un bel senso estetico, anche l’occhio dello spinner, vuole la sua parte.


UNCLE2




Questo autocostruito, invece, pur essendo sempre un 3 pezzi, presenta 3 ancorine, si differenzia quindi dalla Fabeel, oltre che x la terza ancorina, posizionata nelle parte terminale della sezione di testa, anche x la maggior lunghezza della medesima sezione di testa, che raggiunge i 6 cm; ha una lunghezza di 14,5 cm x 18 gr x una sezione del diametro di 12mm. L’azione è puramente sinking ad affondamento controllato; produce forti vibrazioni, come la sorella appena descritta, ha una paletta molto pronunciata con la parte terminale leggermente rivolta in avanti, che le dona un movimento tutto suo. Per caratteristiche di recupero ed azione di pesca, non differisce dalla Fabeel. Può ricordare molto il mephisto foce, ma si differenzia da questo x la presenza della terza ancorina e x la forma molto pronunciata della paletta; rispetto al lavoro di Moreno, si sente più in canna e produce maggiori vibrazioni.



Ora voglio parlarei di un giovane autocostruttore, che però si è già affacciato alla ribalta dell’autocostruzione, un altro amico e conterraneo, Simone Boesso (SiMon); molto bravo e preciso, spinner con la passione x le anguilline, che ha iniziato a realizzarne con ottimi risultati. Ho avuto modo e possibilità di impiegarne alcune in pesca e passo ora a descrivervele.



  
S.B. Anguilletta 4 SiMon




Un 4 sezioni, grosso modo tutte della stessa misura, dotato di 3 ancorine, con lunghezza 14,5 cm x un peso di 12 gr ed una sezione del diametro di 08 mm; paletta molto ben fatta, direi una via di mezzo tra quella del pinocchio, rispetto alla quale è più corta ed arrotondata e quella del geppetto, con la quale differisce x il minor spessore; da notare ed evidenziare un piccolo foro centrale nella paletta, ritrovato che, a detta di Simone, serve x fluidificare il movimento dell’artificiale e, devo dire, in effetti il movimento è ottimo. 
Ecco nella foto sotto il dettaglio:




Ideale x salmastro e foci, dove la corrente è leggera ed il fondale abbastanza basso, movimento sinuoso, ma non troppo, si recupera lineare a canna bassa e lavora sotto il primo strato di acqua. Livree ben curate. Direi si può collocare nella categoria del pinocchio, dello Sno 4 ed anche del geppetto.


 S.B. Mini anguilletta 4 SiMon



altra realizzazioni in 4 sezioni, con 2 sole ancorine; singolare il posizionamento dell’ancorina ventrale che è inserita nella parte terminale della sezione di testa, lasciando la seconda e la terza sezione sprovviste e libere dal peso dell’ancorina; questo accorgimento dona all’autocostruito un bellissimo movimento sinuoso, ci può essere il dubbio sulle possibili ferrate a vuoto e slamate, ma l’artificiale è di modeste dimensioni e poi, personalmente, nell’impiego che ne ho fatto, il problema non si è manifestato. Lunghezza di 12 cm x 7 gr di peso e con sezione di diametro 05mm, ha la sezione di testa più lunga e le altre tre sono identiche. Ricorda molto da vicino la Sibillina in 4 pz, simile nelle dimensioni, si differenzia x l’ancorina ventrale posizionata diversamente.
L’impiego ne è similare, canali stretti, salmastro, foci con poca corrente, ha azione sinking ad affondamento controllato, lavora abbastanza giù, non proprio negli strati superficiali, quindi è bene tenere la canna un po’ sollevata se si usa in condizioni di basso fondale o con presenza di ostacoli.
Recupero piuttosto lento e lineare.


- S.B. Anguilletta 3 Simon:

Ne ho potute impiegare e testare in pesca ben 3 versioni:


- Grande




 lunghezza 13 cm x 13 grammi di peso e sezione del diametro di 10 mm


- Media




 lunghezza 12 cm x 8 grammi di peso e sezione del diametro di 08 mm


- Piccola




lunghezza 9,5 cm x 6 grammi di peso e sezione del diametro di 08 mm
questi 3 ottimi snodati, sono realizzati, naturalmente in 3 sezioni, con quella di testa molto più lunga rispetto alle altre due, che accoglie, nella sua parte terminale, l'ancoretta ventrale. Le ancorine sono 2.
Pur non essendo un amante degli sonodati in 3 sezioni, devo dire che Simone ha prodotto ottimamente questi modelli, dotati di una bella azione, non troppo serpentiforme, lavorano nei primi strati sotto la superficie dell'acqua, buona tenuta di corrente, soprattutto per il grande ed il medio, il piccolo necessita di acque un pò più ferme.
Il modello grande ricorda molto il mephisto, anche se questo ha l'ancoretta ventrale nella seconda sezione, regge, come accennato, ottimamente la corrente e può trovare impiego anche in ampie foci o direttamente in mare da scogliera o banchine. Emettono molte vibrazioni e si fanno ben sentire in canna, cosa che ti permette di riconosce ed apprezzarne il movimento. Adatti prevalentemente x le regine, posso dare buoni risultati anche con serra e barra, soprattutto nella versione grande.



Finisco con un lavoro dell’autocostruttore Pinospin, noto su vari forum e mercatini.

- MANGIANZA:



 
Autocostruito dalle fattezze anomale ed inconsuete, infatti è costituito da 3 sezioni identiche che ricordano un pesciolino; la prima, logicamente, dotata di paletta, mentre la centrale e quella di coda, presentano un’ancorina; lunghezza totale di 20 cm x un peso di ben 26 gr, la sezione nel punto massimo raggiunge il diametro di 15mm. Pare un’idea innovativa, ma sembra che il primo ad ideare e pensare un artificiale molto simile, se ben ricordo, composto da 4 pescetti identici, sia stato Moreno Bartoli; purtroppo non sono riuscito a reperire questo autocostruito, quindi non sono in grado di menzionarlo; sarà mia premura aggiornare la scheda, in caso riesca a trovarlo.
Tornando al Mangianza, l’intento è quello di ricreare un branchetto di pesce foraggio in fuga; il suo peso di quasi 1 oz, consente lanci molto lunghi, non è però dotato di grande aerodinamicità, fa molto rumore nell’entrata in acqua ed il movimento risulta piuttosto ingessato, non è lineare e sinuoso, ma molto stretto; va recuperato piuttosto veloce, con ampie e frequenti jerkate, seguite da stop e ripartenze; lavora piuttosto sotto, diciamo dai 40 cm al metro di profondità. Non è artificiale da impiegare in condizioni di basso fondale, ideale x porti, foci ampie e mare aperto, non teme la corrente e dice la sua anche nella risacca. Spigole e serra sono le prede che và ad insidiare. Buone livree e decente finitura.





Considerazioni finali
Come anticipato nella premessa, questo è un lavoro che ho portato avanti per più di due stagioni e che spero possa far maggiore luce e chiarezza su questo tipo di artificiale, a me tanto caro, e che mi ha accompagnato nelle mie battute, fin dai primi esordi nello spinning.
Ringrazio tutti coloro che mi hanno dato mano e mi auguro la cosa possa risultarVi utile e gradita.

mercoledì 9 maggio 2012

Il Sammy, validissimo WTD

Nello spinning marino, il wtd “walking the dog”, sta prendendo sempre maggior campo; gli spinner stanno apprezzando sempre di più questa tecnica di derivazione dal FW e la impiegano con molta efficacia; verrebbe da pensare che il suo utilizzo sia prevalentemente in condizioni di acqua bassa e poca corrente, quindi ideale nel salmastro, invece si ottengono eccellenti risultati anche in mare aperto, da porti, scogliere e pure da natanti. Tra i predatori che hanno dimostrato di saper apprezzare questo tipo di recupero troviamo i serra, le spigole, ma anche lecce e barra.

Uno dei wtd che prediligo e che mi ha saputo regalare catture di svariati tipi di predatore, è il Sammy della Luky Craft; di questo artificiale ne esistono diverse versioni e misure, rendendolo ideale x svariate situazioni di pesca ed impieghi.

 



Si và infatti dal piccolo 6,5 cm al grande 12,8 cm.
Questi artificiali sono dotati di un sistema di rattling non molto accentuato, le armature non sono passanti, ma personalmente, anche con discreti serra, non ho mai riscontrato problemi relativi all’armatura, sono caratterizzati da una discreta gittata e presentano un assetto a 45 gradi.
Per farli lavorare nella maniera appropriata, non è richiesta una grande tecnica, diciamo sono di agevole manovrabilità, il ché non guasta, visto che la tecnica del wtd, generalmente, richiede una discreta esperienza, dovendo saper mixare nella maniera più appropriata jerkate e recupero. Sono armati con ancorette stagnate di discreta qualità, atte a resistere alla salsedine, ma sono solito, soprattutto x i modelli più grandi, atti ad insidiare serra e lecce, sostituire le ancorine con altre più robuste, fare attenzione però, a non sbilanciarli, vanificandone l’azione di pesca..



- Sammy 65 mm x gr 5,8 un piccoletto molto versatile, ideale nel fresh water dove ha dato ottimi risultati con i cavedani, ma eccellente anche nel salmastro, in condizioni di scarso vento e poca corrente.





Le sue piccole dimensioni richiedono, logicamente, una gestione particolare, monofili adeguati, che ne permettano una migliore lanciabilità e non ne sbilancino l’azione di recupero, quindi uno 0.18 / 0.20 nel FW e l’utilizzo di trecciati 0.8 / 10 LB nel salmastro;
x quanto riguarda l’impiego in SW, che è quello che più ci interessa, è usabile non in mare aperto, ideale nel salmastro sia con sole alto, lanciato su cacciatelle, ma ha dato i migliori risultati, come x il fratellino maggiore, soprattutto in notturna.



- Sammy 85 mm x gr 12,6 uno dei miei preferiti; in colorazioni naturali, è forse il wtd che mi ha regalato maggiori strike nel salmastro; ideale di notte, in condizioni di basso fondale, da sparare sulle cacciate, quando si và più ad orecchio che a vista… la regina non richiede un recupero particolarmente sostenuto, a volte basta farlo cadere nel punto giusto e l’attacco è immediato; ha un ottimo e composto impatto in acqua. Con sole alto sempre ideale in foci o salmastro, quando si nota una certa attività, con presenza di novellame, mugginotti, ect…





Recuperato anche sostenuto, incuriosisce i predatori che sono in azione, spigole, lecciotte ed a volte anche qualche cefalo. L’ho impiegato anche in mare aperto, da scogliera a serra e, devo dire, se pur preferibili le taglie superi, riesce a ritagliarsi il suo spazio, anche se occorrono condizioni ideali x il suo impiego (poco vento, leggera corrente).



 



Può trovare anche impiego, preferibilmente nelle colorazioni tipo “sardina”, sulle mangianze di tombarelli, palamite, alletterati ed anche di lampughe ,con discreto successo, magari x questo tipo di pesca da natante, difetta un po’ nella gittata (non si riesce mai ad avvicinarsi troppo alle mangianze) ma se si riesce ad arrivare a tiro, può fare la differenza.


- Sammy 100 (98,5mm) x gr 13,6





 e Sammy 115 mm x gr 18,5 versione SW




rientrano, grosso modo nella stessa tipologia d’impiego; soprattutto il 100 è ben impiegabile nel salmastro, magari quando ci sono condizioni di maggior vento e corrente, è ideali farli lavorare in concomitanza di strutture, scogli semi sommersi, secche e canaloni, in tutti quei posti dove difficilmente arrischieresti uno snodato o un jerkettino, possono essere l’alternativa alla gomma.
Spesso il predatore è in agguato in queste situazioni e un wtd può agevolare il compito. Queste 2 misure hanno dato ottimi risultati anche in spot particolari, tipo lagune, con basso fondale, sempre inferiore al metro e presenza di alghe, lanciati da natante, si sparano lontano, hanno un’ottima azione e se la spigola è in caccia, si esibirà in attacchi da paura.





Impiegabili anche da scogliera o banchine portuali x invogliare all’attacco il serra, soffrono però, in maniera importante il vento, che ne limita la lunga gittata, quindi in queste condizioni, è da preferire il modello 128.


- Sammy 128 mm SW x gr.28





dotato di 3 ancorine; un signor WTD, trova il suo impiego ideale nella ricerca dei serra, stupenda lanciabilità, entrata in acqua ottimale, stupendo movimento, sia a ritmi medio bassi, che anche a ritmi sostenuti; regge molto bene la corrente e resiste a discrete raffiche di vento, anche trasversali, uno dei migliori wtd davvero che si possono reperire, al pari forse del Pro-q 120. Anche con terminali in fluoro belli robusti, tipo 0.40 o anche superiori, non perde nell’azione. Soprattutto lo caratterizzano la facilità con cui si riesce a manovrarlo, la stupenda gittata e la curiosità che suscita nei predatori. Ideale nei cambi di luce, ottimo in colorazioni naturali. Anche i barra, in notturna, non disdegnano questo tipo di recupero e, nello specifico, questo artificiale.


- Sammy Live 120 mm x gr 24,5





     (in foto in alto il Live a confronto con il sammy 85)


armato con 2 ancorine con la posteriore datata di piumetta bianca; wtd atipico, infatti la parte posteriore dell’artificiale è costituita di molte sezioni snodate, l’intento sarebbe quello di accentuare e facilitare il movimento zig zagante ed oscillatorio dell’plastichetto nelle sua azione ma, sinceramente, non ho notato particolari vantaggi o migliorie rispetto ai fratelli similari, il 115 ed il 128, anzi, nell’azione mi sembra un po’ più ingessato; wtd sempre di notevole stazza, indirizzato ad uso marino da porti e scogliere, alla ricerca dei grossi predatori. Buoni riscontri soprattutto con colorazione nera, in corrispondenza dei cambi di luce.


- Sammy Wood 100 mm x gr 20. ( by Gavatash ) in rapporto al peso sicuramente e' quello che si lancia meglio, sia come gittata, davvero ottima, sia in situazioni di vento.
Questa "dote" se cosi' la vogliamo chiamare e' dovuta al suo peso specifico alto conferitogli dal materiale di costruzione che e' il legno.
Sempre parlando della sua costruzione il Wooden e' sprovvisto di rattlig, caratteristica che in particolari situazioni di apatia dovuta alla troppa pressione di pesca o di giorno con acqua trasparente risulta vincente.....io personalmente lo preferisco a tutti forse proprio per questa caratteristica.
Per quanto riguarda la manovrabilita', forse e'un pelino più difficile dei fratelli, ma e' anche quello che si riesce, a mio avviso, a personalizzare maggiormente.
E' risultato eccellente con le spigole essendo nato per il bass, è purtroppo fornito con ancorette FW, per niente disdegnato dai barra serra e pelagici anche se e' un vero peccato farlo venire a contatto con i denti di questi predatori accorciandogli la vita di non poco, il tutto, comunque, e' rimediabile con resina epox.



Un ringraziamento a Mirco (Gavatash) e Leo (SpySW) che mi hanno supportato, in questa piccola recensione, con i loro preziosi contributi personali e di esperienza 


Ora una brevissima descrizione a parole, cosa difficilissima, su quello che è il recupero dei WTD e su come si padroneggia questa tecnica.
Come accennavo sopra, la tecnica del wtd è nata x la pesca in acque dolci, soprattutto dedicata al bass; il wtd in FW è eseguito a regimi piuttosto lenti, canna bassa, piccoli colpetti di polso (jerkaine) e poi recupero col mulinello (và trovato il giusto mix tra jercata e recupero, che non devono mai coincidere), la lenza deve restare sempre leggermente in bando e, questo bando permetterà all'artificiale di fare la classica sbandata, andando ad eseguire un movimento zig zagante ampio, tipo ad S.
Diciamo che nel salmastro, x la regina, questo tipo di azione lo si può importare quasi in toto; la spigola, caccia prevalentemente in agguato, difficilmente insegue, quindi un recupero lento da effetture in prossimità di scogli, affioramenti, ostacoli e via dicendo.
Il tutto cambia se si vuole adottare questa tecnica in mare aperto, ma soprattuto se è rivolta agli altri predatori, vedi serra, lecce, ect....
Qui occorrerà aumentare la velocità d'azione, il movimento ad S ampio, tenderà a restringersi, diventando più frenetico, irregolare, producendo pruzzi e sbandate, anche frenetiche, atte ad innervosire ed incuriosire il predatore..... meglio non fare mai un recupero lineare e regolare, ma prodursi in accellerate, stop, variazioni di velocità....
La canna, sempre tendenzialmente bassa, anche se, in condizioni di mare agitato, è meglio alzarla un pò e spostarla di lato; sempre jerkatine di polso, ma aiutarsi anche col movimento impresso dal recupero con la manovella, in pratica il bando della leza, che imprime il movimento al plastichetto, andrà comandato e indotto non solo dal movimento del cimino, ma anche dall'azione del recupero impresso dal mulo.... dicevo che a parole non è semplicissimo....
Provare, provare e riprovare, magari con WTD tipo appunto il Sammy e magari il Pro-Q, che son tra quelli di più facile gestione e lavorabilità.